sabato 28 aprile 2012

Classifica dei cognomi più diffusi a Milano


Grosse novità nella classifica dei cognomi più diffusi a Milano. Se guardiamo a 25 anni fa nei primi 30 cognomi più diffusi non ce n’era uno straniero, oggi sono 4, con il cognome cinese Hu che addirittura balza al 2° posto! (fra i primi 10 cognomi ce ne sono 3 cinesi, fra i primi 100 quelli cinesi sono ben 12). Su Repubblica l’assessore del Comune di Milano Benelli spiega che la comunità cinese è la prima che si è insediata in città (negli anni ’20) e che, continua, non si può parlare di invasione straniera in quanto nei primi 100 cognomi sono solo 3 gli altri cognomi stranieri (gli arabi Mohamed al 34esimo posto - 944 persone, Ahmed al 63esimo – 741, Ibrahim al 75esimo posto - 656).

  1. Rossi (4.379)
  2. Hu (3.694)
  3. Colombo (3.685)
  4. Ferrari (3.568)
  5. Bianchi (2.784)
  6. Russo (2.337)
  7. Villa (1.905)
  8. Chen (1.625)
  9. Brambilla (1.536)
  10. Zhou (1.439)



Non so se l’assessore Benelli ha detto quelle parole per rassicurare una comunità, quella milanese italiana, un po’ spaventata e preoccupata di questi tempi, e probabilmente l’assessore dice bene.
Però proprio in questi giorni leggevo l’anteprima del libro della nota antropologa Ida Magli (titolo “Dopo l’Occidente”), e la tesi della Magli non è per niente rassicurante: alla metà di questo nostro secolo la cultura occidentale in Europa “sarà quasi del tutto scomparsa”. I motivi sono oggettivi: la massiccia e continua immigrazione dall’Africa e dall’Oriente (che, con alti e bassi, continuerà sempre), l’altissima prolificità di queste popolazioni (cinque volte più di noi) – cosa del resto certificata in Italia dai primi risultati del 15° Censimento Istat (che se siamo arrivati a essere quasi 60 milioni di abitanti il “merito” è solo degli stranieri, altrimenti la popolazione italiana sarebbe la stessa di 10 anni fa). Ida Magli aggiunge però un’altra causa: il disinteresse, la noncuranza, che gli occidentali manifestano nel non difendere e tutelare appropriatamente la loro lingua e la loro cultura.
La sua conclusione è che anche se gli europei continueranno oltre il 2050 a essere, almeno in alcune zone, più numerosi degli Africani – la loro diventerà una minoranza, psicologica soprattutto, e, ammonisce e mette in guardia, essere invasi e sopraffatti senza aver combattuto induce all'estinzione (conclusione forse velata dal pessimismo, ma che deve comunque far riflettere...).

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