mercoledì 4 aprile 2012

La classifica dei posti di lavoro disponibili (per settore)

Giro le notizie che ho appreso leggendo l'altro giorno un articolo di Pietro Ichino sul corriere della sera on-line.
Ci sarebbero (uso il condizionale, ma non ho motivi per non crederci, sapendo che Ichino è considerato uno dei massimi esperti italiani di economia del lavoro e visto che la fonte dei dati è il Rapporto Excelsior Unioncamere del 2011) in Italia 117.000 posti di lavoro che non si riesce a coprire (in realtà, dice sempre Ichino, sono molti di più, forse 500.000 perché per ogni azienda che rende esplicita la sua richiesta di lavoro ce ne sono sempre almeno altre quattro che, scoraggiate, ritengono inutile pubblicare richieste che tanto non troveranno soddisfazione…).Il nostro esperto chiama questi posti di lavoro “giacimenti inutilizzati di occupazione”.



Sembra incredibile, ma è così, con la disoccupazione che c’è oggi, con la fame di lavoro che c’è, ci sono tuttavia posti che non trovano chi li occupi. Il motivo principale è che non si trovano le competenze necessarie, cioè è una richiesta di personale qualificato che però allo stato attuale manca, (“skill shortages”).

Viene da dire: ma allora formiamolo, cosa aspettiamo! Non ci sono tutta una gran varietà (pletora) di Enti creati apposta, non ci sono tutte le competenze affidate alle Regioni e alle Province, non ci sono un bel po’ di fondi europei disponibili!? Qui viene il lato dolente… che purtroppo è sotto gli occhi di tutti: quello della formazione sembra diventato ormai un business fine a se stesso, gonfiato ad arte solo per la bramosia di potere e di clientelismo; sembra che non sia tanto importante che questi corsi funzionino e che siano efficaci, ma basta che si facciano… (ho amici disoccupati in Sicilia che passano da un corso all’altro, in campi anche lontanissimi tra di loro, senza mai trovare alla fine alcuno sbocco occupazionale solo perché chi frequenta viene pagato per farlo! In Lombardia, nel “mitico” Nord invece, sono balzati alle cronache qualche mese fa alcuni episodi di “mala politica”, ovvero le Agenzie Private che ricevevano fondi pubblici per organizzare i corsi di formazione erano sempre le stesse e, guarda caso, si è scoperto che i titolari di quelle Agenzie erano amici, parenti o addirittura famigliari di politici e assessori…).
Eh no, così proprio non si va avanti… E infatti a Bruxelles giacciono un sacco di quattrini che spetterebbero all’Italia per la formazione professionale ma che quelli di Bruxelles non mollano (come li capisco!) perché non hanno le garanzie che non vengano poi sperperati…

Ecco, finalmente, la classifica dei settori in cui ci sono richieste di manodopera qualificata inevase:
1.      Industria (26%)
2.      Costruzioni (16%)
3.      Commercio (14%)
4.      Alloggio e ristorazione (11%)
6.      Sanità (7%)
7.      Trasporti e logistica (6%)
8.      Informazione e comunicazione (3%)
9.      Credito, finanza, assicurazioni (2%)
10.  Altri (15%)

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